Perché non mi iscrivo al sindacato (parte 1)
In questo contesto, con i sindacati inglesi che manifestano contro i lavoratori italiani e portoghesi, faccio fatica a pensare che quelli stessi sindacati inglesi possano, anche minimamente, rappresentare me.
Neanche mezza sterlina del mio stipendio va a un sindacato. Neanche 10 centesimi.
I cari "compagni" di Unite (il principale sindacato inglese), che continuano a manifestare per "British jobs for British workers" sembrano dimenticarsi che c'e' un Unione Europea e che non possono creare "quote" di lavoro per i lavoratori britannici.
Nel contesto specifico delle proteste degli ultimi mesi, abbiamo una ditta italiana, IREM, che ha portato 100 lavoratori italiani e portoghesi a lavorare, per un contratto temporaneo, in UK. Il sindacato inglese, cosi' bravo a protestare contro gli immigrati e a chiedere "British jobs", dimentica che ci sono piu' di 100 "British workers" a lavorare in Italia in un contratto simile, in cui Exxon ha vinto l'appalto (e portato i lavoratori inglesi) e IREM stessa ha vinto uno dei subappalti, portando la sua manodopera. E questo e' solo un esempio.
Se si guardano le statistiche, ci sono circa 47,000 lavoratori dipendenti di ditte britanniche che sono "in missione" in altri stati della UE, e solo 15,000 lavoratori di altri stati che sono in missione in UK (come dice lo stesso governo britannico).
"Compagni" di Unite, oggi voi siete una vergogna per l'Europa e per la storia del movimento sindacale.