Tu ne quaesieris
Questi sono i momenti in cui le poesie che ho studiato e amato mi tornano in mente.
E questa la ricordo quasi interamente a memoria.
Tu ne quaesieris - scire nefas -, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoë, nec Babylonios
temptaris numeros! Ut melius, quidquid erit, pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias! Vina liques et spatio brevi
spem longam reseces! Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero!
Qui la mia traduzione...
Non chiederti - porta sfortuna sapere - quale fine a me, quale a te
gli dei abbiano dato, oh Leuconoe, e non cercare una risposta negli oroscopi babilonesi!
Quanto è meglio, qualunque cosa succeda, accettarla,
sia che ciu rimangano molti inverni, sia che questo sia l'ultimo che Giove ci ha assegnato,
questo che ora batte le opposte sponde del mar Tirreno:
sii saggia: mesci i vini e riconduci in un piccolo spazio
i tuoi desideri sconfinati! Mentre parliamo, è fuggito il tempo invidioso: cogli l'attimo, confidando il meno possibile nel domani!